La tesi in scienze politiche presenta motivi di forte ed indubbio interesse.
Argomento di particolare rilievo è la fine della guerra fredda e il successivo passaggio tra la prima e la seconda repubblica. Il crollo delle ideologie, la fine del periodo bipolare, la crisi dei partiti politici tradizionali e del sistema della rappresentanza, le vicende italiane successive a tangentopoli, sono tutti motivi, riposanti su precise ragioni ed eventi storici, che mostrano la fecondità e la vastità dei campi di ricerca che si aprono allo studente.
Le vicende italiane relative allo scoppio di tangentopoli e di mani pulite appaiono, in tal senso esemplari.
Il caso italiano può essere considerato unico in Europa, mostrando il venir meno del sistema che aveva retto il paese per quasi un cinquantennio e che appariva ‘riflesso della situazione internazionale.
All’inizio degli anni ’90, la situazione politica in Italia è venuta radicalmente modificandosi e la rassicurante dicotomia sostanzialmente bipartitica che permetteva agli elettori di schierarsi con chiarezza dall’una o dall’altra parte è stata sconvolta da un evento storico fondamentale, il crollo del muro di Berlino: la disfatta dei principi sostanziali di un’ideologia provocò il conseguente sfaldamento anche dell’altra. La situazione di relativa stabilità politica, gestita e regolata dalla contrapposizione destra/sinistra è stata minata alle basi a partire dalla fine degli anni ‘80, durante i quali si sono verificati sconvolgimenti maggiori che nei precedenti 40-50 anni.
Inoltre, l’inchiesta Mani Pulite ha originato un netto rifiuto da parte dell’elettorato di tutti gli schieramenti politici riferibili al periodo pre-Tangentopoli. Gli accadimenti giudiziari riassunti sotto questo nome avevano smascherato i finanziamenti illeciti ai partiti e le somme di denaro (tangenti) che gli imprenditori pagavano. Tuttavia, sebbene l’evento abbia rappresentato l’eclatante scoperta pubblica dei loschi legami tra classe politica e industria, l’indebolimento della forza e della credibilità dei partiti aveva origini più remote.
Nello specifico, il passaggio dalla cosiddetta prima Repubblica alla seconda Repubblica si è verificato in tre fasi principali: primo, la protesta contro il vecchio sistema, che dopo la vicenda di Tangentopoli rimase nel ricordo degli elettori strettamente connesso alla corruzione, portandoli di conseguenza al rifiuto di quanto ad esso legato; secondo, l’esito di questa protesta che gran parte dell’elettorato credette di vedere realizzato in maniera costruttiva nella tempestiva proposta politica del Polo delle Libertà guidato da Forza Italia di Silvio Berlusconi; terzo, il lento cammino del paese verso un sistema che superasse, nel vorticoso rincorrersi degli eventi, un tipo di ordinamento moderno e materialista e si cristallizzasse in due schieramenti (conservatore e liberale-democratico) distinti, mediazione definitiva di vecchio e nuovo.
Si è trattato certamente di un passaggio delicato, oltre che dilatato nel tempo, nel quale ha assunto grande rilevanza il particolare, l’evento contingente o il personaggio del momento a discapito del piano politico a lunga scadenza, rischiando di confondere gli elettori, di mortificare la loro fiducia nella possibilità di vedere rappresentati e sostenuti i propri ideali e di causare un ulteriore allontanamento – dopo l’esperienza Tangentopoli – dell’individuo dalla scena politica del proprio paese.
Per quanto attiene a Tangentopoli,
la prevaricazione, l’abuso e l’illegittimità nel settore pubblico in Italia vantano una tradizione alquanto consistente, spesso affiancata da una notevole tolleranza e da immunità dovute a motivi sociali e giuridici. Di nuovo, rispetto al passato, la vicenda di tangentopoli ha dimostrato che in quegli anni essi hanno raggiunto dimensioni talmente gravi e dirompenti da minare alla base l’assetto politico ed economico dello Stato. Il risveglio del settore giudiziario e la sua lotta contro tali abusi hanno rappresentato la novità significativa che ha caratterizzato gli anni ’90 nel contesto della vicenda Tangentopoli. Se da una parte l’inchiesta denominata Mani Pulite ha cercato di fare chiarezza sui rapporti illeciti tra industria e partiti e ha costretto questi ultimi a una riorganizzazione deprivandoli dei propri leader, dall’altra ha smascherato l’inadeguatezza e le carenze del sistema giuridico di prevenzione e di repressione dell’illegalità.