La tesi in psicologia comporta, in primo luogo, la necessità di ben delineare il campo d’indagine e la metodologia adottata.
La psicologia può essere definita lo studio scientifico del comportamento e dei processi mentali.
Escludendo le elaborazioni del passato, generalmente si crede che la psicologia scientifica nasca alla fine del XIX secolo, nel momento in cui si crearono le condizioni culturali e metodologiche che portarono alla formazione dei primi laboratori scientifici in psicologia. In tali laboratori si tentava di studiare secondo un approccio scientifico le funzioni mentali e il comportamento.
Gli storici sono concordi nel datare la nascita della psicologia scientifica con la creazione a Lipsia del primo laboratorio di ricerca a opera di Wundt (1879).
Caratteristica della scienza psicologica è la diversità degli approcci e delle scuole. Prima di intraprendere la propria ricerca occorrerà dunque considerare tali aspetti. Ad esempio, tra le principali scuole del XX secolo si possono ricordare:
- lo strutturalismo, ovvero l’analisi delle strutture mentali;
- il funzionalismo, ovvero lo studio di come lavora la mente perché l’organismo possa adattarsi al suo ambiente e funzionare in maniera adeguata;
- il comportamentismo, lo studio del comportamento senza riferimento alla consapevolezza;
- la psicologia della Gestalt, che si incentra sui modelli formati dagli stimoli e sull’organizzazione dell’esperienza;
- la psicoanalisi, che pone l’accento sul ruolo dei processi inconsci nello sviluppo della personalità e delle motivazioni.
Tra gli ulteriori sviluppi della psicologia nel XX secolo vi sono poi
- la teoria dell’elaborazione delle informazioni,
- la psicolinguistica
- la neuropsicologia.
Nella propria tesi in psicologia andranno tenute presenti le diversità tra i differenti indirizzi, che possono comportare interpretazioni fortemente divergenti.
In tal senso occorre ricordare quanto segue.
Lo strutturalismo è stata la prima scuola di psicologia scientifica, studia le esperienze coscienti elementari e la conoscenza ripartendola nei suoi fattori costitutivi. Grazie allo strutturalismo nasce la psicologia sperimentale. I due principali strutturalisti sono Wundt e Tichener.
Il funzionalismo concentra il suo interesse sulla funzione della mente come mezzo d’adattamento dell’individuo al suo ambiente.
La psicoanalisi non nasce in laboratorio ma direttamente sul campo. All’origine dei disturbi c’è il conflitto tra piacere e realtà: i desideri proibiti vengono condotti in una zona d’ombra della nostra psiche chiamata inconscio. Freud paragona la nostra psiche a un iceberg: la coscienza rappresenta la parte emersa; la parte sottostante è l’inconscio.
La nascita del cognitivismo è legata al comportamentismo. Vengono studiati scientificamente gli aspetti cognitivi di tutta l’esperienza. Per aspetti cognitivi si intende tutto ciò che non si manifesta direttamente in un comportamento determinato: pensieri, sentimenti, emozioni…
La scuola della Gestalt si occupa prevalentemente dello studio della percezione e delle leggi che la regolano. Le immagini, vengono percepite come configurazioni (Gestalt) più complesse della somma delle singole parti. Una melodia ad esempio possiede un’intrinseca unità, un’individualità che va al di la della semplice successione o giustapposizione dei suoni che la compongono. Gli autori principali sono Wertheimer, il capo intellettuale, Koffka e Lewin.
Il comportamentismo giustifica le esperienze mentali complesse, considerandole come un insieme di elementi mentali semplici. Watson fu il fondatore del comportamentismo.
Il costruttivismo mette in evidenza l’importanza di cogliere le proprietà globali della nostra esperienza attraverso cui sviluppiamo i nostri pensieri. Autori principali sono Piaget e Neisser.