L’indice della tesi – dal latino index, a sua volta derivato dal verbo indicare – è l’elenco dei titoli delle differenti parti in cui è suddivisa l’opera. Generalmente è suddiviso per capitoli, e preceduto dalla Introduzione all’inizio e dalle Conclusioni al termine della tesi, cui segue la Bibliografia.

La lunghezza e la complessità dell’indice dipendono dalla complessità dei contenuti e dell’opera che si intende elaborare. Solitamente le tesi magistrali e/o del vecchio ordinamento vengono suddivise in 4 capitoli. Le tesi triennali, più brevi, in due o tre capitoli a seconda della lunghezza complessiva dell’elaborato.

Ciascun capitolo è a sua volta suddiviso in paragrafi e, eventualmente, sottoparagrafi.

Nel redigere l’indice della tesi si parte dal generale per arrivare al particolare. I primi capitoli sono introduttivi all’argomento e alla materia che si intende sviluppare. Gli ultimi capitoli affrontano l’argomento specifico. Se è presente un caso pratico si mette nell’ultimo capitolo.

Al termine del lavoro si scrivono le Conclusioni e poi la Introduzione.

Esempio indice tesi

Introduzione

CAPITOLO PRIMO

La Glottoludodidattica

I.1        La gamification e il concetto di gioco    

I.2        La glottodidattica ludica  

I.3        Gioco e apprendimento nella glottodidattica ludica. Studenti e docente facilitatore

CAPITOLO SECONDO

Glottoludodidattica: le basi teoriche e gli approcci metodologici

II.1      Didattica ludica e cooperative learning

II.2      Le intelligenze multiple: Gardner e Goleman

II.3      La motivazione

CAPITOLO TERZO

Apprendimento linguistico e glottodidattica ludica

III.1     Gioco e apprendimento della lingua

            III.1.2  Glottodidattica ludica per bambini e adolescenti

III.2     Caratteristiche dell’apprendimento nell’età adulta

            III.1.2  Glottodidattica ludica per adulti

Conclusioni

Bibliografia

Spiegazione dell’indice tesi

Il Capitolo Primo, di carattere generale, introduce il concetto di gamification e di gioco quale premessa teorica per comprendere la fondamentale dimensione che assume il gioco nei vari ambiti dell’esperienza umana.

Nel secondo paragrafo del Capitolo Primo si analizza la glottodidattica ludica.

Il temine indica l’insegnamento della disciplina glottodidattica mediate l’utilizzo di metodi e strumenti di carattere ludico; rimanda alla considerazione dell’importanza e della serietà del momento ludico e del ‘gioco’, sia in generale sia, in particolare, nel corso dell’apprendimento.

Nel terzo ed ultimo paragrafo del Capitolo Primo, infine, si specificano due ulteriori concetti di vasta rilevanza teorica: quello di apprendimento significativo e quello di docente facilitatore.

Nel Secondo Capitolo vengono ulteriormente approfondite le basi teoriche e gli approcci metodologici che sostanziano la glottodidattica ludica.

Nel primo paragrafo si parla del cooperative learning. Una metodologia che può essere definita un insieme di tecniche di conduzione della classe nelle quali gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati conseguiti. Si tratta di una metodologia grazie alla quale è possibile adoperare elementi tipici del gioco come la competizione.

Il secondo paragrafo del Capitolo Secondo analizza la teoria delle intelligenze multiple elaborata da H. Gardner sul finire degli anni Ottanta.

Il terzo paragrafo tratta del concetto di motivazione. Un problema essenziale per il successo o l’insuccesso negli studi e del sistema scolastico è quello relativo alla motivazione ad apprendere che è al centro della riflessione degli studiosi e della pratica quotidiana di qualsiasi insegnante. La glottodidattica ludica si pone come obiettivo di aumentare notevolmente la motivazione dei discenti ad apprendere.

Il Terzo Capitolo tratta, nel primo paragrafo, della funzione svolta dal gioco nell’apprendimento linguistico.

Il gioco didattico e la didattica che ricorre al gioco, in particolare nell’insegnamento linguistico, rimandano al fatto che il fine ultimo del gioco è, appunto, l’apprendimento. Si tratta, propriamente, di attività ludiformi, le quali rendono divertenti, ‘informandoli’, determinati apprendimenti.

Nel paragrafo III.1.2 si analizza la funzione della glottodidattica ludica quando si rivolge a bambini e adolescenti, richiamando le differenze che comporta l’adozione del medesimo metodo didattica a seconda di quelli che sono i referenti.

Il secondo paragrafo del Terzo Capitolo è dedicato all’apprendimento nel corso dell’età adulta. Si tratta di un tema che ha ricevuto notevole attenzione, in ambito pedagogico, di scienze della formazione, psicologico, etc. Nel caso della glottodidattica ludica assume importanza in relazione all’insegnamento a soggetti adulti; sono dunque da tenere presenti alcune caratteristiche peculiari dell’apprendente adulto.

Nell’ultimo paragrafo si analizza la glottodidattica ludica per adulti. Al riguardo, l’apprendente adulto immigrato può essere considerato un target particolare, sia a livello di teoria dell’apprendimento, sia per quanto riguarda l’approccio proprio della glottodidattica ludica.